14/10/16

[We talk about...radioshow!]
LA CASA DEL DISASTRO !
[Sarta] "Prosegue il nostro racconto radiofonico sulla scena punk giapponese nella seconda puntata de "La Casa del Disastro", sempre sulle frequenze di Radio Onda D'Urto (98 Fm oppure in streaming).
Tokyo: abbiamo appena assistito al mastodontico concerto dei Life della modica durata di tre ore. E accade che..."


La casa del disastro


[We talk about...La Casa del Disastro!]
PICCOLO POTRE, MARUCIO UTOPIA: 
schegge autobiografiche di punk giapponese – parte seconda!



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[Stiopa] "Usciti frastornati dal Moonstep con le orecchie che ci fischiano per i volumi disumani, Bolo attira la nostra attenzione “E’ lui!” dice “E’ Satoshi, il cantante degli Isterismo!”. Dunque… gli Isterismo sono una cult band di Tokyo, molto nota tra i punk italiani non solo per il sound devastante devoto ai Wretched e al vecchio punk hc di casa nostra, ma anche perché gli Isterismo cantano in italiano! Può sembrare strano, ma non sono gli unici gruppi giapponesi a farlo o ad averlo fatto. Ovvio che l’italiano degli Isterismo è frutto di un mix di traduttore automatico di Google e scopiazzature da fonti ignote. Naturalmente nessuno dei cantanti di queste band sa l’italiano. Tutto è legato all’ammirazione dei punk del sol levante nei confronti del nostro vecchio punk/hc. Ecco qualche titolo delle canzoni degli isterismo: Distruttivo Rabbia, Giustizia Assurdita, Pioggia Triste, Piccolo Potre Marucio Utopia, Catena di Avversione, Non puo’ scappare dall’agonia, Pecora Nera..."  

Life all'opera al Nakano Moonstep di Tokyo
[Sarta] "Satoshi – che ora sembra un liceale uscito da un manga più che un punk - ci dice che gli Isterismo comunque non esistono più e mai più esisteranno: si è stancato di memorizzare i testi in italiano. Gli regaliamo una raccolta dei Wretched, la vecchia hc band milanese che gli Isterismo idolatravano e di cui avevano anche copiato il logo. Lui ci dice “grazie, ma ho già tutti gli album in versione originale in vinile”. Conoscendo le quotazioni su e-bay di quei vinili immaginiamo che abbia speso una fortuna per acquistarli. “E ne ho anche di altri band italiane” aggiunge orgoglioso, sciorinando una serie di nomi di gruppi punk nostrani che facciamo fatica a capire a causa dell’imprevedibile pronuncia giapponese che infila vocali a caso tra le consonanti delle parole. Per cui Eu’s Arse diventa Eusarese e Impact Imapakutu". 

Le Unskilled Lab raffigurate nel loro primo "demo"
[Valeria] "Comunque, i giapponesi sono così: consumisti, feticisti, morbosamente devoti ai loro idoli fino ad imitarli in modo maniacale. All’Earthdom di Tokyo ci è capitato di vedere suonare una band di tre ragazze chiamato Unskilled Lab. La cantante indossa una maglietta delle Poison Girl, un vecchio gruppo anarchico inglese, e non solo: è pettinata e vestita come la cantante delle Poison Girls, Vi Subversa. Come lei infine canta e suona la chitarra! Naturalmente quando sono salite sul palco abbiamo scoperto che le Unskilled Lab – sorpresa  suonavano esattamente come le Poison Girls! "
      
[Stiopa] "In Giappone la scena punk underground non ruota attorno alle case occupate, agli squat, ai centri sociali, ed altre situazioni autogestite al di fuori della legalità, come in Europa. Perché questo mondo in Giappone semplicemente non esiste. Il punk in Giappone si vive e si suona in locali e bar adibiti allo scopo, spesso gestiti da punk o metallari. Locali piccoli e angusti come tutto in Giappone, ma confortevoli e perfettamente attrezzati con aria condizionata e potentissimi impianti audio e luci; locali come l’Earthdom, lo Zone B, l’Anti-knock di Tokyo oppure l’El Puente di Yokohama, dove siamo stati quest’estate. Un piccolo bar posizionato nei sotterranei di un palazzo di vetro che sembra la sede degli uffici di una banca o qualcosa del genere. Al bar El Puente abbiamo visto suonare dal vivo una delle band più caotiche e lancinanti dell’attuale scena jap-punk di Tokyo, gli Unarm, che hanno tentato di demolire il locale". 

[Sarta] "Ma quali sono i motivi per cui la cultura dell’occupazione politica degli spazi non esiste in Giappone? Probabilmente molteplici, ma il principale è sicuramente legato al fatto che le pene per occupazione abusiva, come tante altre previste dal severissimo codice giapponese, sono – almeno ai nostri occhi - assurde, sproporzionate. Amici locali ci hanno spiegato che per aver occupato abusivamente uno stabile si rischiano qualcosa come 15-16 anni di carcere. Alcuni punk che si avventurarono in un occupazione negli anni ’90, in carcere ci stanno ancora oggi. E le prigioni giapponesi non sono un posto per niente piacevole, come segnalano gli osservatori che si occupano di diritti umani. il Giappone sarà una delle più avanzate, ricche e sicure democrazie del mondo, ma il suo sistema giudiziario – forse pochi lo sanno - è spietato e massimalista. Burn Down The Corrupted Justice” ("Dai fuoco alla giustiza corrotta”) è il titolo di un disco del 2004 dei Forward una delle attuali punk band giapponesi che sembrano fare leva su di un immaginario fortemente politicizzato..."  

I Forward festeggiano nonsisacosa
[Valeria] "Comunque sia, non abbiamo capito se in Giappone esista o meno una conflittualità sociale e se sì in che cosa possa consistere, vista – diremmo - l’armoniosa rigidità della vita e della società giapponese. Sicuramente tra i punk una certa forma di rivolta nei confronti dell’esistente c’è, e si esprime in un senso di estraneità ai valori della società in cui vivono, come ad esempio il valore  del superlavoro. Tutti i punk lavorano poco (anche se con quel poco in Giappone è possibile vivere più che dignitosamente) e questa, per la cultura nipponica, è già una cosa trasgressiva. Comunque sia, la nostra impressione è che la rivolta dei punk giapponesi sia decisamente più esistenziale che sociale. Non vogliono cambiare il mondo. Prima di tutto vogliono cambiare se stessi. Liberarsi di quel rigido codice di comportamento e di pensiero che tutti giapponesi sembrano portare dentro di sé dalla nascita. In questo senso si colloca la completa, assoluta ed eterna devozione che hanno per lo stile punk, che è – come dire – un’identità per la vita intera". 

[Stiopa] "Tra i punk più attempati di Tokyo ci sono i Jabara che incrociamo davanti al Rinky Dink Studio, dove provano tutte le band di Nakano. Siamo lì a cazzeggiare, quando ci vedono e ci riconoscono perché siamo componenti di una punk band italiana... noi non sappiamo cosa dire, siamo un po' imbarazzati e diciamo "...ehm...uh....ahuh...ihih....ueah....issh...." ma loro gentilmente ci invitano a seguire le loro prove e noi accettiamo perché non vediamo l’ora di farci sfondare i timpani dai Jabara!"

I Vespera di Tokyo alzano la loro lattina per brindare
[Sarta] "Ciò che accomuna i punk giapponesi è il senso di appartenenza ad una comunità sotterranea, segreta. Ne parliamo con i Vespera di Tokyo, che hanno messo in copertina del loro ultimo album una talpa: perché una talpa? Lo capiamo leggendo l’unica frase in inglese contenuta nel booklet del disco, come sempre scritta in quella maniera un po’ enigmatica che caratterizza l’uso dell’inglese da parte dei giapponesi. La frase dice: “Cecità, respirando sottoterra, mai seguendo la luce, il consenso. Malinconico Eretico. Sovverti” Si tratta di una dichiarazione di appartenenza all’underground e in effetti... che animale c’è più underground di una talpa? I Vespera suonano il classico punk giapponese a rotta di collo e volume altissimo, ma – sorpresa – la voce di Mayumi è dolce, melodiosa ed intonata come quella di un Aidoru – ovvero Idol – le tipiche cantanti giapponesi di musica commerciale".
   
You - cantante dei Band of Accuse - riposa in mezzo ad una strada
[Stiopa] "Avvicinandoci al bar El Puente di Yokohama, notiamo un punk accasciato in mezzo alla strada apparentemente privo di sensi. A degli sconosciuti, che sono lì accanto e bevono birra e fanno finta di niente, chiediamo se è tutto normale. “Ah sì – dicono - è You il cantante dei Band of Accuse. Nessun problema, sta riposando”. I Band of Accuse, poco dopo hanno suonato e You – ben riposato – ha dato prova di essere un ottimo cantante. Sono stati una vera sorpresa: il loro sound è diverso dalla maggior parte delle band giapponesi, sembrano un incrocio tra il punk metallizzato alla Motorheaed e l’anarcopunk inglese. I loro testi parlano di violenza e distruzione, ma soprattutto di tematiche ecologiche, legate allo sfruttamento del pianeta da parte dell’uomo. E lo fanno con cognizione di causa evidentemente perché la loro provenienza è Fukushima, lo scenario del terribile incidente occorso all’omonima centrale nucleare nel marzo 2011. Si è trattato dell’'unico incidente nucleare la cui gravità è stata classificata allo stesso livello del Disastro di Cernobyl' del 1986. I Band of Accuse ricordano l’accaduto in un pezzo molto intenso, intitolato Utopia".

[Valeria] "Il nucleare ha funestato la storia del Giappone dell’ultimo secolo. Hiroshima e Nagasaki certo, ma anche diversi incidenti in centrali nucleari poco noti in occidente, a Tokaimura nel 1999 (tre persone morirono all'istante mentre altre 450 furono esposte alle radiazioni), a Mihama nel 2004 (4 operai morti e 7 feriti in modo grave), ed altri incidenti di minore entità fino a quello clamoroso di Fukushima nel 2011. … in occasione di quell’ultimo disastro la comunità punk di Tokyo, di cui fa parte Nori dei Life, si è attivata per offrire supporto alle vittime del disastro, attraverso una cassa di solidarietà. Nori che è originario del Sendai, la prefettura ove lo tsunami si è abbattuto nel 2011 ha anche adottato un gatto che vagava tra le rovine perché, come dice (- ed è vero): “Quando succedono queste cose nessuno pensa agli animali”. La rievocazione dell’incubo nucleare accomuna tutte le punk band giapponesi. Nei testi delle canzoni la parola “nucleare” ricorre di frequente, come in “No Peaceful Purpose For Nuclear Weapons” o “From Hiroshima to future”  dei Life, “Nuclear Explosion”, “The Nuclear Victims” “Fear of the nuclear age” dei Disclose oppure “Nuclear Power Genocide” dei mostruosi Framtid di Osaka".


[Sarta] "Bosozoku (letteralmente "tribù della velocità sfrenata") è un termine con cui si indicano, in giappone, le bande di teppisti in motocicletta. I bosozoku sono diventati parte dell'immaginario collettivo, in particolare a partire dai primi anni ottanta, ma a differenza degli Hell's angels americani il loro look è ispirato al rock'n'roll delle origini: giubbotti di pelle nera, jeans, occhiali scuri e capelli pettinati all'indietro con la brillantina. Il film Burst City  di Sogo Ishiii, girato nel 1981 ha celebrato la sottocultura bosozoku raccontando la rivalità tra bande di motociclisti in un Giappone distopico. A rievocare la cultura Bosozoku nel punk/hc degli anni '90 sono i Rocky and the Sweeden che pubblicano, nel 1998, un disco intitolato W.A.R. War significa guerra, ma in questo caso è un acronimo che sta per per Wake Up Anarchy Rider, “svegliati, motociclista anarchico!”.

Una temibile  gang Bosozoku!
[Valeria] "Ad un concerto allo Zone B di Waseda, un locale davvero claustrofobico che si sviluppa sottoterra su tre livelli, tra un assalto crust-noise-grind e il successivo, ci siamo imbattuti in una band completamente diversa dalle altre. Un gruppo di 5 ragazze in abiti di pailletes che hanno offerto uno spettacolo a metà strada tra cabaret, pianobar e – fortunatamente - un turpe concerto punkrock. La musica delle Yo Sai Tachi (che si può tradurre come “fate” in italiano) è melodiosa e un po’ fuori moda, e di sicuro molto legata al genere Enka. L’Enka è uno standard della musica popolare giapponese più classica. Le canzoni Enka hanno come tema l'amore, la perdita, la solitudine, le difficoltà della vita, e anche il suicidio e la morte. È musica terribilmente malinconica, che le Fate interpretano però con molta ironia a sfondo sexy, banane sbucciate e mangiate sul palco, arrampicamenti sulle transenne dell’impianto luci, sesso simulato per terra tra i piedi del pubblico…"



[Stiopa] "La cantante delle Yo Sai Tachi gioca con una figura tipica della cultura pop giapponese: l’aidoru. La parola aidoru (che è la pronuncia giapponese della parola inglese Idol ovvero Idolo)  si riferisce a un’adolescente che diventa molto popolare nel mondo dello spettacolo soprattutto in virtù del suo aspetto esteriore. La parabola delle aidoru tende a essere di breve durata, tanto che in alcuni contesti il termine viene usato proprio per implicare l'idea di un fenomeno di fama tanto travolgente quanto effimero. Giovani pop star usa e getta insomma. Tra i personaggi del mondo della musica giapponese che hanno giocato con lo stereotipo delle Aidoru, per demistificarlo e mostrarne il lato cinico, consumistico e crudele, la più nota è sicuramente  la grande Jun Togawa, che per la sua qualità e complessità merita sicuramente un digressione. Anche perché la musica di Jun Togaawa ci ha sconvolti. Quando l’abbiamo sentita cantare per la prima volta in questo pezzo, registrato nel 1984 e intitolato “l’impupamento della donna punk”, non credevamo alle nostre orecchie". 

Jun Togawa in versione insetto
[Valeria] "Jun Togawa nasce nel 1961 ed esordisce nel mondo dello spettacolo nel 1982 in una pubblicità. Chiunque abbia visitato il Giappone ha di certo dimestichezza con gli strani water giapponesi, dotati di un ingegnoso sistema di fontanelle e bracci meccanici che permettono di farsi il bidè. Jun Togawa dicevamo, esordisce in televisione proprio come ragazza immagine dei water con il bidè incorporato. Per l’occasione incarna lo stereotipo della  Shojo Kawaii “Ragazzina carina”, dolce, infantile, ma al contempo maliziosamente sessuale. Una figura tipica della cultura giapponese degli anni ‘80 portata nella musica dall'industria delle Aidoru (pop idol). Jun Togawa, che di lì a poco, archiviata l’esperienza dei water, intraprende l’attività di cantante, non ha alcuna intenzione di seguire la tipica carriera Aidoru: piuttosto, modella se stessa come una parodia consapevole dello stereotipo Aidoru". 

[Stiopa] "Gli Yapoos, la sua band, fa post-punk schizoide, tecnologico e dolciastro. Ma i testi di Jun Togawa, a dispetto delle melodie pop dei brani, parlano di sesso, di mestruazioni, di abusi, di violenze carnali, di mostruose trasformazioni. Spesso Jun Togawa raffigura il proprio corpo come quello di un insetto. Come in impupamento della donna punk che abbiamo ascoltato – impupamento infatti è un termine zoologico che indica la transizione dallo stadio di larva a quello di pupa. Jun Togawa racconta “trasformazoni” umane dell'età adolescnziale come il passaggio dall’infanzia alla pubertà, o l'innamoramento etcetc con uimmagini un po' disturbanti legate al mondo degli animali, processi che vengono descritti come disgustose metamorfosi caratterizzate da distorsioni fisiche, come nella canzone “Nikuya no yo ni” ovvero “come dal macellaio”.

[Sarta] "Jun Togawa interpreta un Aidoru, infelice e alienata, conscia del suo essere un prodotto soggetto a scadenza, nel pezzo intitolato Lolita n. 108":

[Valeria - dal testo di Jun Togawa "Lolita n.108"]
"Non ho bisogno di comprare scarpe rosse con otto centimetri di tacco
Scusami, ma sono innamorata di te 
Posso stare con te nei miei sogni, ma non venirmi troppo vicino
E’ pericoloso avere a che fare con me
ho un missile nucleare installato dentro
Il mio sistema è costruito per autodistruggersi.
Mio papà ha fatto di me una signora stoica
Ma voglio dirti lo stesso che mi sono innamorata di te 
Sono una vergine d’acciaio, una stoica lolita 

Mio papà ha fatto di me una donna tragica
Il mio crudele padre, il dottore
Una tragica Lolita fino alla morte.
Ho calze bianche fino al ginocchio inamovibili
La mia fonte di energia sono le caramelle al latte
bambina ricostruita, bambina di cattivo gusto
Se mi ami stringimi e corri più veloce che puoi verso la disperazione
Mi spiace, mi sono innamorata di te 
E nelle notti senza sonno, io sogno

3 commenti:

  1. sapevo già tutto ma fa comunque piacere vedere che fate anche voi un po import con queste bands muostruose.
    japanese punk never die :)
    -A.

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  2. Jun Togawa tutta la vita!

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